SCOPRI IL POLO MUSEALEVita nel Convento
Giunti al Convento è inevitabile immaginare lo scenario nitido che i Frati Cappuccini videro da quell’altezza nel lontano Seicento, nelle loro giornate scandite da preghiera, studio e lavoro quotidiano. Eppure, all’interno del museo (sapientemente voluto da padre Eliseo Lilliu negli anni Settanta), quella stessa immaginazione si fa più vivida percorrendo le stanze che ricostruiscono, in larga parte, la vita conventuale dell’Ordine.
Ammirevoli corali miniati dalla carta spessa fatta a mano, reliquiari testimoni di fede e poi statue lignee policrome e tele dipinte di santi e martiri; preziosi argenti o eleganti paramenti ad evocare la sacralità del rito. Le lancette scorrono lente e il frate orologiaio ne studia la meccanica e le ineluttabili regole. Davanti al vecchio telaio c’è chi è intento a produrre nuovi tessuti per il vestiario e per le coperte, e poco più avanti il Canovaro sceglie attentamente le stoviglie più adatte alla mensa del giorno.
Vi è chi ripone gli strumenti musicali al loro posto o si appresta a fabbricarne di nuovi e chi, al mortaio, ritmicamente pesta le erbe per estrarre un balsamo profumato o un antico medicamento. Nel momento in cui un frate imbraccia l’otre di pelle per la questua, il padre superiore, chiuso nella propria cella, si incurva sulla scrivania e affonda gli occhi pensosi tra le pagine di un libro. Dalla finestra sembra di udire i colpi di martello del fabbro, mentre il falegname si adopera con meravigliose tarsie, al pari di un vero artista.
Quando il contadino fa ritorno, recando con sé i colori e i sapori della terra, pare di vedere qualcuno affrettarsi, reggendo forte olio e vino, per non farli cadere. E intanto la cucina sprigiona nuovi profumi, nell’attesa di accogliere i poveri alla mensa.